Con l’emanazione delle “Linee guida 3/2019 sul trattamento di dati attraverso apparecchiature video” da parte del Comitato Europeo per la Protezione dei Dati si è messo fine ad un periodo di parziale limbo normativo nel quale erano piombati taluni aspetti relativi alla videosorveglianza dopo l’entrata in attuazione del GDPR.
Le nuove linee guida sostituisco di fatto tutti i modelli di informativa minima (cartelli) ai quali eravamo abituati (e che sono in circolazione), introducendo la necessità di utilizzare cartelli di avviso molto più dettagliati.
Il modello utilizzato fino ad oggi, con l’introduzione delle nuove linee guida europee, è ormai superato e non è più sufficiente a trasmettere agli interessati quelle informazioni che, seppur ancora “minime”, sono previste dal Comitato Europeo.
Le linee guida europee prevedono che l’avviso debba:
identificare il “titolare” e, nel caso, il suo rappresentante;
specificare la finalità della sorveglianza;
informare l’interessato dell’esistenza dei suoi diritti;
importare informazioni sugli aspetti più impattanti del trattamento
menzionare chiaramente se le immagini vengono registrate e riportare informazioni sugli aspetti del trattamento che potrebbero non essere ovvi e scontati per l’interessato
fornire informazioni di contatto del titolare (e anche del DPO se presente) e dare tutti i riferimenti per la consultazione dell’informativa estesa, sia essa raggiungibile online o offline.
Inoltre, è fortemente consigliato fornire un link o un codice QR per visionare l’informativa estesa in formato digitale, via web.
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